Michela Gorini, la tua formula invertita femmina
ISBN: 978-88-99274-74-0
pp. 106, € 12
“Tutto si gioca nell’assenza”, che è materializzarsi dell’essenza, dove “respiriamo senza parole [che le parole uccidono] / respiriamo il peso elementare / del silenzio assente”. Se è nella parola l’io prende corpo, un corpo altro, libero ed evanescente, è nella concretezza del silenzio che si sfalda nelle infinite faccette di un prisma che riflette tutte le potenzialità irrealizzate del sé, fino alla “pura proiezione”, fattore esponenziale per moltiplicarsi, adorarsi in “forme illogiche sparse / fatte di marmo e ossa”, segreta struttura portante del corpo verbale sul bianco del foglio su cui si scrive. Diventare essenza, farsi scrittura è svestire l’‘abito’ troppo stretto del Femminile, spogliarsi d’ogni costrizione dettata dalla sua figurazione convenzionale, dalla sua trasfigurazione concettuale. È divenire uno con “[il Cristo racchiuso col corpo] / lui solo sa e / non può parlare”, lui solo sa, s’inscrive e si scrive, nelle croci delle ossa si può manifestare in parola. Rifiutando d’indossare il Femminile il corpo diventa: Persona. Dissolversi nella scrittura significa abbattere la barriera di carne e di forme che separa dal mondo, incontro alla possibilità di coincidere con l’altro, sciogliendo i confini dei corpi, per colmare il divario che li separa, lasciarsi riplasmare dall’incontro e restituire dallo sguardo.
Dalla Prefazione di Chiara De Luca
[ti chiamo per sollevarti]
chiedo in dono il tuo respiro
[forma morta] al nucleo della terra
oggi un bagliore di malizia mi ha
attraversato i capelli
ancora sento il tuo grido
muto di dolore e incanto
[tu sei l’incanto]
solo da morta
tu per me
con gli occhi fissi
sottratta e umana
ecco il dono della figlia.