John Powell Ward, L’ultimo anno verde

Collana Goldfinch – Poesia gallese contemporanea
John Powell Ward, L’ultimo anno verde
ISBN: 978-88-96263-43-3
pp. 134, € 12

La poesia di John Powel Ward si scrive e descrive sull’acqua, sull’erba, sul foglio grande del cielo da cui nasce, così come “i gambi delle foglie scrivono” i loro “acquerelli”, raccontano la propria storia e la storia di tutto quel che dal basso, dal piccolo hanno visto passare, crescere, svanire e tornare, con la successione delle stagioni, l’alternarsi delle fasi del giorno che a volte spezza il proprio ritmo per rispondere a quello – prodigiosamente fluttuante – dell’animo umano. Nella poesia di John Powel Ward immobile realtà concreta e surrealtà cangiante e metamorfica si mescono, fondono e con-fondono con l’immaginazione poetica, con lo slancio emotivo e la concretezza schiacciante, eppure evanescente e instabile, del ricordo, della rievocazione della propria o dell’altrui storia, affidata alla voce rapida del vento, al coro effervescente degli imprevedibili elementi. Ogni anno è per John Powell Ward un “ultimo anno verde” da carpire in ogni suo più piccolo aspetto, in ogni sua minuscola mutazione. Ogni anno è il primo e l’ultimo del mondo, il primo e l’ultimo di una vita vigile e consapevole della transitorietà propria e di tutto ciò che la circonda. Ma non per questo meno aperta e ricettiva e proiettata verso l’esterno, il diverso, da sé e dal già noto.

Dalla Prefazione di Chiara De Luca

Il sorprendente biancospino
sbocciato il primo maggio
(talvolta) sulla palo del cancello,
carta brillante
insetti e cavolaia
si svegliarono dai loro letti

dilavati e il torrente
guizzava e balzava.
Il pesce spiccava il volo,

non si scioglieva,
né nuotava,
Salomone in tutta la sua gloria

un abusivo in quel piccolo quartiere.
È il paradiso. Il sole arde.
Vespe girano in cerchio per un morso di ciliegia.

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