Collana Goldfinch – Poesia gallese contemporanea
John Barnie, Gigli di mare. Poesie scelte 1984-2003
ISBN 978-88-96263-51-8
pp. 386, € 15
Gigli di mare risulta un compendio utile a dare un’idea significativa, anche se non esaustiva, del lavoro in versi di questo autore gallese straordinariamente poliedrico e della riconoscibilità della sua voce, che spazia su un ampio spettro di innumerevoli registri, variando e sperimentando di opera in opera e anche all’interno di ogni singolo libro. Ne risulta una lettura molto eterogenea e spesso spiazzante per il netto scarto che intercorre tra una sezione e l’altra e che dona l’impressione di una pluralità di voci, ciascuna oscillante tra numerose tonalità differenti. Ma su tutto si staglia la cifra di un autore sempre attento al reale, alle connessioni storiche e sociologiche, all’eredità culturale e al background umano e naturale su cui si staglia l’evento che fa da pretesto al verso, forgiato con grande maestria tecnica e profondo senso del ritmo e dell’armonia (anche quella della dissonanza e dei contrasti.) John Barnie è uno dei rari autori che riesce a ottenere sia il plauso della critica che l’accoglienza del lettore “comune”, per la sua capacità di partire sempre dall’esperienza – sua e d’altri – tangibile e condivisibile di visioni ed eventi, sogni, incubi e proiezioni, conferendo loro una forma ricca di consapevolezza letteraria, che testimonia la sua padronanza del mezzo espressivo, di cui Barnie sfrutta le molteplici possibilità semantiche, e che risulta al contempo diretta e intrisa di una naturalezza immediatamente efficace.
Dalla Prefazione di Chiara De Luca
LA COSCIENZA EUROPEA
Il gesto si tramanda nel corso
della storia; film sgranato narra
che così deve essere la vita,
tragedia sussunta nel trantran
esecuzione di massa; pianoforte
intonato alla sinfonia dell’impiccagione
volti, volti, volti. Sui gradini
della scala bussano da sotto,
e ci fanno oscillare con i morti
dell’estate, i morti dell’inverno,
neve si raggruma sotto gli stivali,
uccelli sparpagliati sugli argini,
dove i capi, i martiri, i torturati,
scrutano nel flusso che scorre.