Anna Griva, Demoni

Collana Pellicano – Poesia greca
Anna Griva, Demoni
Prefazione di Stefano Serri

pp. 62, € 15
ISBN: 979-12-81236-00-4

È quello di Ercole, il gesto poetico di Demoni, è il pugno tuffato nel calderone nero, capace di salvarne quel che è ancora vivo; è il passo di chi entra in un mondo irradiando le proprie leggi e imponendo sul glaciale frastuono d’averno una voce che scaravolta i cimiteri.

Ma è anche Alcesti, Anna Griva, che in ogni poesia inizia e conclude esistenze, rinunciando alla seduzione narrativa e allo schema drammatico dei monologhi alla Browning, puntando tutto sul sacrificio dell’io. Il lettore si deve disseppellire, grattando con le unghie, scoprendo, dentro l’urna e dietro lo specchio annerito, che la poesia è il ritorno dei morti, il saluto dei vivi, la scoperta del tempo, il sonno felice delle parole. Perché sei maledetto dagli dei / se non puoi morire.

I protagonisti di queste poesie hanno spesso qualcuno che li accompagna, angelo protettore o nemico: anche solo una libellula, come per Giovanna d’Arco. Perché? Perché la vita si comunica, da uno all’altro, si comunica con l’ascolto e con le lacrime, con l’eroismo dei sogni trattenuti, con l’umiltà delle poesie silenziose. Anche all’inferno questo scambio rimane possibile: Alcesti vi lascia la consegna, Ercole la riprende, i poeti vanno e vengono come i dannati di Michelangelo.

E i demoni? Loro dell’inferno hanno fatto casa, monito di mortalità, aspettando che uno di noi (donna, poeta, dannato) s’accorga di loro e con una poesia, una preghiera, una mano sulla spalla, li convinca ad uscire verso i prati, la terra, le primavere.

Dalla prefazione di Stefano Serri

VII sec. a.C.

Tomba di donna

Il sarcofago è vuoto
senza una scritta
solo poche perle
blu scintillante
e il verde dell’erba
e il fiore bianco di madreperla
di un orecchino perduto.

Stavo guardando quel fiore
e mi sono sentita
una sete dentro diffusa
e poi un giardino fiorito
rami di primavera
canti, cembali di festa
e i suoi capelli che danzavano
i suoi capelli
che erano un sogno da vedere
mentre sventolavano
verso una bellezza immortale.

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