COLLANA ANTRACITE – NARRATIVA
Emma Pretti, Le conchiglie hanno il naso schiacciato
ISBN: 979–12–81236–38–7
pp. 296, Є 15
[…]
Un aereo passa col rombo di un tuono soffocato, ma Michele lo ignora e voltandosi verso Lucia indica col dito: – L’alallo! –
Arrivandogli a fianco Lucia lo prende per mano e si avvicinano ancora di qualche passo allo steccato.
– L’alallo! – chiama Michele.
– Guarda, adesso gli diamo da mangiare – Lucia strappa una manciata di erba e la getta nel recinto oltre la palizzata. Il fascio d’erba cadendo si sparpaglia, ma il movimento attira le bestie.
Subito la cavalla si avvicina infilando il muso tra le assi di legno. Michele comincia anche lui a lanciarle dell’erba che un soffio d’aria disperde in giro.
La cavalla ha uno sguardo molto dolce, un po’ mangia un po’ guarda Michele che le si avvicina sempre di più. La cavalla lo annusa; pulsano le grandi narici carnose cercandolo; gli respira addosso con degli sbuffi forti e lenti, facendo tremare ogni tanto le labbra a pochi centimetri dal viso: quell’ alito non ha alcun odore, è solo caldo e umido, avvolgente nella sua inconsistenza come un gesto d’amore.
Il puledro accortosi dell’assenza della madre si avvicina scalpitando in modo incerto, e forse mosso da una piccola gelosia infantile, la tocca col muso richiamandola a sé.
La cavalla si volta e lo segue verso il centro dello steccato.
Michele rimane fermo a guardarli andar via. Nella posa immobile, con le braccia lungo i fianchi e le piccole mani chiuse a pugno, grida tutta la sua delusione. Non cerca neanche di scacciare quel senso di abbandono guardando altrove, lo prende tutto su di sé e gli dà il colore del suo corpo. Lucia gli si avvicina, lo prende in braccio e osserva da vicino la sua faccia che si tira indietro; da alcuni giorni sulle guance si sono accese macchie rosacee per l’allergia a certe medicine: istintivamente ci passa sopra il dito sperando di tirarle via insieme alla polvere e a qualche goccia di fango. Gliele bacia a lungo dolcemente. Risale il bordo erboso portandoselo in braccio.
– Vieni Michele, adesso andiamo sulle altalene –.