Stefano Serri, Un gatto steso al sole

Collana Chiara-Poesia Italiana
Stefano Serri, Un gatto steso al sole
Postfazione di Marco Maraldi
pp. 98, € 15
ISBN: 978-88-99274-99-3

Un gatto steso al sole è un libro esiziale e destabilizzante, attraversato com’è da un grido sordo che divora tessuto epiteliale e mantiene in vita la creatura.

Si respira un’aura pomeridiana, dall’inizio alla fine; tutto è delicato e violento.

Nessuna discesa verso poetiche meno ambiziose:  l’intonaco fiabesco e le immagini evocate rivelano a mano a mano, sfogliandosi, petalo dopo petalo, sillaba dopo sillaba, un dramma cieco e solitario: sapere di non avere luogo, sapere di non avere nome.

Ma la rivolta non è un capriccio, la rivolta non è una cosa da bambini. Accettare: decentrato, estremo, alle periferie della storia, accettare: lì trovare il proprio centro.

Il dettato è serafico ma mai insofferente, si gioca tutto su quel difficilissimo equilibrio, tra i buchi neri che assorbono la lucee l’immortalità di una carezza, a un millimetro dal crollo o dalla rinascita, tra ascesi e incarnazione. E la condanna di esistere lo stesso.

Ma c’è una grafia nervosa pronta a esplodere: non dimenticarlo: sono rosso come il rame, divorerò il prossimo uccello che passa, posso ancora farti male. Come se il poeta dicesse: “ecco, vieni pure, fissiamo insieme questo muro decrepito che ti condanna, leggiamo insieme questa filastrocca, l’ho scritta per te, ci sono ombre che ti voglio mostrare, attraversano anche te, di’, fa’ vedere, trucchiamole insieme, non temere, sono solo e ti tengo per mano”.

Non c’è mai un “Noi”, non sono concesse alleanze, non c’è spazio per la disperazione. Ci sono forze antiche e zodiacali che lo vietano.

Ed ecco l’evasione sfiorare il sacrificio, diventare tassativa e magnetica. Allora si bussa ad altre porte, si cercano ricoveri, si cercano case da abitare, si interrogano esistenze, minimissime esistenze, in un bestiario medievale di creature emarginate.

Nessuna grazia senza spargimento di sangue, squartamento: la linea verticale del dolore esige la nettezza del lineamento: cominciano le metamorfosi.

Dalla postfazione di Marco Maraldi

Un gatto steso al sole

Icaro: resta a terra
mettiti su una panca, fai una sosta
come un gatto steso al sole
che vede tutto
ma scrive solo quello che vuole.

Aspetta. Non precipitare.
Niente ali – qualche salto
coda tesa, sguardo e attesa.

Il poeta puoi trovarlo
sopra un albero appostato:
tu sua preda, tu suo ramo.

Poesia pupille grandi
versi di ceste e camini
un ron-ron quasi canto
la casa è meno scura
poesia ti resta accanto.

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