Roberto Nassi, 69 fiocchi
ISBN 978-88-96263-81-5
pp. 86, € 12
Nel fluttuare onirico e sospeso di questi 69 fiocchi, le parole si sgrezzano e spogliano per farsi levigate e lievi, s’incontrano, sfiorano o radunano in volo e piovono sul campo bianco del foglio senza perdersi in esso, bensì segnandovi nette impronte durevoli che il lettore potrà ricalcare. Ogni singolo fiocco nato dall’armonico incontro di vocali e consonanti imita la perfezione cristallina della neve nel moto circolare del suo volo gentile, inscrivendo nel candore greve del silenzio la pienezza di un bianco via via più esteso e aperto, in cui la parola, resa a se stessa, risuona e vibra ricolmata, per poi dissolversi e riverberarsi nel grande cielo di neve della memoria.
“Vibrisse – le ciglia – che captano il bianco” mettono tutti i sensi al servizio dello sguardo, con cui l’io arriva a coincidere fino a farsi paesaggio, per “andare dove non ci sono impronte” e segnarne di nuove, per inaugurare un orizzonte di neve, lungo la cui linea il cielo si china sulla terra e tenta di abbracciarla.
Addentrarsi nel bianco è spogliarsi da ogni condizionamento, perché “Il piede che affonda nella memoria della neve / non trova che la traccia di se stesso”, lo sguardo che si posa sul terreno non coglie macchie sull’immacolato candore di un futuro ancora da scrivere. “E il bianco è bianco”, il ricordo è sciolto e scorre tra i cristalli inalterati del presente, prismatico, cangiante.
Posare il passo dello sguardo sul foglio bianco è “Firmare il certificato di esistenza”, ascoltare il respiro e nient’altro, nella “commessura tra pensiero e pensare”, tra essere e agire, “dove la palpebra aderisce al pensiero”, lo sguardo al reale.
Chiara De Luca
Virano tutti in bianco i colori della neve.
Il suo cadere inerpica lo sguardo
di fiocco in fiocco dentro se stesso.