Francesco Gianino, Orientale sicula
ISBN: 978-88-99274-91-7
pp. 92, € 12
Le case, poi le stanze da cui si assiste al tempo che scorre: il poeta ha composto (come se mettesse insieme cinque movimenti di una ipotetica sonata da camera) questa raccolta (come recita la pagina dedicata alle Notizie e ai Ringraziamenti) perlopiù durante i mesi invernali dell’anno in corso. Si sente il sottofondo della cronaca di quest’inverno, anche l’esplosione dell’Etna il mercoledì delle ceneri. Si respira l’inverno del 2021, senza che mai sia pronunciata la parola pandemia, covid, vaccino, virus eccetera. Il poeta lascia alla nostra memoria i fatti recentissimi intonando un contro canto, mai all’unisono.
Leggere poesie per assumere un altro sguardo, trovare parole a un comune sentire. In Orientale sicula lo sguardo ironico, talvolta malinconico altre aggressivo, osserva il mondo della scuola. La sezione Aula si apre con la bellissima metafora degli studenti che si fanno arrampicatori sulle pareti del vento. Non mancano altre metafore prese in prestito dal mondo marinaresco. Soprattutto qui la responsabilità del dettato poetico è critica contro chi ha mai solo pensato che la didattica a distanza (presenze assenze) sia una modalità da continuare e praticare, sostituendo la classe reale con la classe virtuale. Tutt’altro. L’aula virtuale: il trionfo delle apparenze e delle false convinzioni. L’insegnamento è relazione: dentro la relazione: solo dentro l’emozione dell’apprendimento è possibile guidare chi giovanissimo sta per iniziare la traversata della vita.
L’ ouverture dell’età nuova
che desta il salto di danza
sulla lamiera del ponte
d’ambra: da millenni gli ulivi
infoltiscono promesse,
gli aranci carichi di profumi
tra le dita sangue masticano.