Aksinia Mihaylova, Nel delta del mondo

Collana Poiana – Poesia bulgara
Aksinia Mihaylova, Nel delta del mondo
ISBN: 978-88-99274-29-0
pp. 188, € 12

C’è una lingua ricercatissima eppure piana, che sfugge gli artifici retorici per mettersi in gioco sul piano di una comunicatività limpida ma non semplice, intelligibile ma non banale. L’espressività di Aksinia Mihaylova raggiunge, da questo punto di vista, una personalissima sintesi fra la produzione poetica delle ultime generazioni centroeuropee, che hanno in alcuni casi privilegiato una poetica estremamente diretta, e il patrimonio storico dei paesi latini – non a caso l’autrice è anche traduttrice dal francese, e scrive talora anche in quella lingua. La stessa personalissima, unica sintesi si ritrova in uno sguardo che riesce a coniugare senza retorica la concretezza del quotidiano e dei suoi oggetti (cucine, poltrone da riparare, specchi da appendere) e una tensione continua alla trascendenza che assume a volte aspetti quasi fiabeschi, così come fonde una spiritualità profondissima e necessariamente individuale e privata con un senso quasi panteistico di appartenenza al mondo e alla natura, oppure ancora una prospettiva intimamente femminile con quella perdita di identità (“cerco il mio sesso”) che impedisce ogni forma di catalogazione e identificazione. O forse, più semplicemente, in questa poesia si compie il miracolo della poesia, perché Aksinia Mihaylova non è soltanto un’autrice di livello internazionale, ma di respiro internazionale: il suo sguardo le appartiene intimamente, eppure la forza e la nitidezza delle sue parole lo trasfigurano in un percorso condiviso di cui, grazie a questa antologia italiana, è finalmente possibile entrare a far parte.

Dalla prefazione di Francesco Tomada

Questo corpo
—————–così solitario stasera
non è il mio.
La veranda, il sentiero ripido sulla china
e le onde che allungano le ombre distese
dei pioppi, lo trascinano indietro.
Voci dietro le pareti della camera bianca,
visioni vaghe sui vetri delle finestre,
il mare fa ritornare l’eco di altri autunni
e la mia voce si deposita sul fondale.
Il ricordo delle tue labbra sulla strana
forma di vita nascosta in me
si perde tra i meli del giardino,
una barca tocca l’orizzonte
e l’immagine si infiamma.
—————–Così solitario stasera,
il corpo cerca la sua forma perduta.
Un gomitolo di carne viva
lancia un vagito accanto a me.
Ancora non lo conosco.

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