Wener Lambersy, L’orologio di Linneo

Collana Orly – Poesia belga contemporanea
Wener Lambersy, L’orologio di Linneo
ISBN 978-88-96263-04-4
pp. 122, € 12

La poesia di Lambersy è continua sorpresa. È raggio lieve di luce emerso da una qualche distante oscurità, per penetrare tra i rami fitti della solitudine e del dolore, rischiarare un minuscolo particolare che ridona senso all’attesa, facendo schiudere gli occhi, spaventati dall’aver conosciuto l’abisso, dall’essersi riconosciuti nel vuoto e nell’insensato. Sollevando le palpebre, scostando le ciglia, pian piano, come in un’alba inattesa. Perché in Lambersy la poesia è sempre quel che viene dopo. Dopo una gioia alta, un dolore che schiaccia. È la falsa quiete di una tristezza ardente, il raccoglimento carico d’energia che precede lo slancio verso la rincorsa, la prima pietra poggiata sulle rovine del sentimento sempre rinascente dell’Altro e del mondo, è la pazienza necessaria ad “Amare la pace delle polveri / sulle grandi vigne del silenzio // Lasciare le parole della pentola / cuocere a fuoco lento cantando // Attizzare la fiamma / negli angoli al buio dell’assenza”. Come per la foglia, come per gli oggetti che celebrano la loro festa notturna nella casa, il lavoro dell’umano consiste nell’esistere, nel vedere e toccare con tutti e cinque i sensi. E con il senso senso della poesia che tutti li racchiude e potenzia.

Dalla Prefazione di Chiara De Luca

Lavoro di foglia

Salutare il vento
dormire nuda con la notte
ascoltare il sole
e chiacchierare con le piogge

Andare serena
verso il proprio distacco
custodire la terra tra le cose dolci

Per conto di chi la abita

Amare la pace delle polveri
sulle grandi vigne del silenzio

Lasciare le parole della pentola
cuocere a fuoco lento cantando

Attizzare la fiamma
negli angoli al buio dell’assenza

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