Snáthaid Mhór – Poesia irlandese contemporanea
Patrick Deeley, Le ossa della creazione
ISBN: 978-88-96263-28-0
pp. 214, € 12
Ma cosa sono le ossa della creazione? Se in una prima approssimazione può venire alla mente la narrazione biblica e l’atto passivo d’esordio dell’umano, immediatamente questa associazione vira a suggerirci l’intenzione di un ossimoro, una giustapposizione contrastante che socchiude un ulteriore sguardo segreto. Si direbbe infatti, la creazione, un atto primo, concezione primigenia, che sancisce un inizio. Eppure viene qui addossata alle ossa, l’atto ultimo, il torsolo che resta, ciò che residua a polpa consumata, traccia presente del passato fattosi polvere. Ma è proprio in questo antecedere le ossa, ovvero il finale, alla creazione, ovvero l’inizio, che si svela una piega dello sguardo del poeta: ogni origine è originata, ogni cosa ha una storia che la precede, ogni inizio s’appoggia a una avvenuta fine, epilogo di una storia che dell’incipiente si fa eredità e segreto; ogni primigenio è preceduto da un mondo che ne custodisce non tanto il destino, quanto il segno, il segreto e il mistero. Ne discende un’inclinazione prospettica che invita a indagare il residuo, ciò che resta di ciò che è stato, ma che è essenziale allo svelarsi del presente. Davanti all’avvento della creazione devi interrogare le ossa su cui essa poggia. Ogni cosa ha la sua segnatura.
dalla Prefazione di Umberto Fornasari
Apparenze
L’acquaforte di un’urna adorna
la tua porta, fiori
ne traboccano, felci e calendule.
Sai che il fregio d’argento
è falso, corroso dalla ruggine
là dove il collo sottile
dovrebbe fluire dentro
le spalle arrotondate.
Dicono che hai perso la testa—
il soffitto incavato, la macchina del gas
scoppiettante corona azzurra
sempre accesa, di sopra il tuono
della cisterna fissata
a una catena antica. Non ti
senti fuori strada; il colore
della ruggine si accende, richiamando
una volpe che nell’infanzia lasciasti
si disperdesse, la cisterna
genera rivoletti in corsa verso i Callows,
le tue parole al mondo
in generale insistono che la vita
è un attimo fluttuante, la bellezza
natura sconvolgente di ogni cosa.