Salvatore Schiavone, Dalle terre emerse
ISBN: 978-88-99274-77-1
pp. 72, € 12
Dalle terre emerse è un viaggio che s’inoltra a fondo nel reale, mostrando come l’umano sia soltanto un tassello nell’enorme mosaico dell’evoluzione, un minuscolo granello che non ha alcun valore se non è posto in relazione con gli altri elementi del creato, che hanno ciascuno la propria funzione primaria e ineludibile nel grande disegno dell’esistenza, dove ogni creatura è un colore unico, una sfumatura essenziale, quanto e più dell’uomo che vorrebbe rivestire tutto di nero e dominare, in virtù della presunta superiorità di una intelligenza che sempre più spesso si corrompe nel suo contrario. Il poeta procede in punta di piedi nell’apparentemente noto, che si fa ignoto e riempie di stupore a ogni variazione della luce, a ogni cambio di direzione del vento, a ogni epifania di senso nell’incontro col diverso. Perché non potremo mai amare il simile e rafforzarci nella fratellanza finché non saremo in grado di guardare con curiosità “ignorante” all’altro da noi, a quello che è complementare e dunque essenziale alla nostra pienezza di individui, che viene meno se consideriamo l’alterità come una manifestazione di vita inferiore.
Nel fluire delle pagine gli elementi del paesaggio emergono inaspettatamente allo sguardo in rapida successione, mentre il quadro si compone acquisendo nitidezza all’occhio del lettore. Il poeta procede al suo fianco, dando corpo di parola alla visione, per indicargliela da una prospettiva che non aveva considerato, spostando il baricentro antropomorfico della percezione.
Dalla prefazione di Chiara De Luca
Esserci ma non essere visti, troppa differenza nelle dimensioni o nella direzione dello sguardo.
E sperare di trovarsi in un luogo periferico, poco battuto, lontano da corpi vaganti o in espansione. Un’accelerazione che aumenta le distanze e rende meno probabili le collisioni, che ha lo scopo di preservare.
Tutto un mondo costruito sulla schiuma del mare, sul velo di sale che ricopre gli scogli asciugati dal sole.