Collana Beija-flor – Poesia portoghese contemporanea
Nuno Júdice, Formule di una luce inesplicabile
ISBN: 978-88-99274-30-6
pp. 224, € 12
“La mia concezione di realismo in poesia / non mi obbliga a parlare di realtà quando / scrivo poesia”. Proprio così. Per Nuno Júdice qualsiasi argomento è poetico, ma qui non c’è la foga nervosa e onnivora di chi vuole dimostrarsi realistico, per arginare il senso di colpa di scrivere in versi. In Italia è normale questo senso di colpa – o la nevrosi di apparire realistici – per opporsi a qualcuno che non sembra realistico. Il fatto è che se uno si mostra realistico è già fuori dalla realtà: cioè pratica solo una disciplina nevrotica, per non dare pace a nessuno.
La dignità chiede la mano ferma e il piacere di essere poeta. La fecondità è normalissima ed elegante, da professore internazionale e da conoscitore degli stili: l’allegoria e la prosopopea non sono un problema, e se servono si usano e basta, perché il risultato deve essere la consolazione di chi legge. Ma non basta più ostentare il realismo, come testimonia L’equivoco delle strade, che è la perfetta dichiarazione – e quindi azione – di poetica. Bisogna che il testo dia piacere, e il primo piacere è sensuale, per forza di cose.
Il lettore perfetto è come l’autore: sente i suoni in forma di cose e le cose in forma di suoni, in nome dell’alchìmia privata e di una specie di mistica. È uno stile vitale, oltre la retorica. Le caratteristiche di questo stile sono classiche: l’understatement e la cultura, il viaggio e l’orecchio, i sensi tesi nel corpo e la mente che collega i fatti.
Massimo Sannelli
Valigia da viaggio
Comincia custodendo un sogno dorato
dal sole, percorso dal più caldo dei venti; posaci
sopra il silenzio che accompagna il desiderio
degli amanti, liberandolo dalle ombre
dell’inverno; proteggili con la nera falce
del destino, dalla lama inguainata nel gelo
mattutino, il cui splendore già preannuncia il cielo
del mezzogiorno. Vuota la conchiglia dell’alba
dal suo contenuto d’amore, che si possa sentire
il mare senza l’eco notturno delle cantine. In
cima, metti le conchiglie dell’oracolo dal volto
spento dal disgelo delle stelle. Ricorda
che la casa che stai per lasciare non può restare
chiusa; e che la chiave del sonno è rimasta tra
i seni nudi della memoria. Solo così
avrai una rotta, e ogni volta che la raggiungerai
la valigia sarà pronta per il viaggio.