William Cliff, Diario di un innocente

Collana Orly – Poesia belga contemporanea
William Cliff, Diario di un innocente
Traduzione di Stefano Serri
ISBN: 978-88-99274-04-7
pp. 278, € 12

Un diario in versi: eccoci, si potrebbe dire, davanti a un ridondante manifesto di integralismo lirico. Eppure il Journal d’un innocent (1996) ci porta in territori decisamente lontani dalle più ingenue aspettative create dal titolo: per 230 strofe attraversiamo un anno della vita dell’autore, dall’inverno del 1992 a quello successivo, con un intreccio di così tanti incontri (libri, luoghi, persone e cose) da essere tuffati in un’epica dell’individuo. Il protagonista del nostro diario è un “innocente”: ma, più che un giudizio di natura etica sul suo tempo, l’appellativo si risolve in una maschera utile a mantenere chiaro e infantile lo sguardo sulle cose, pur attraverso le numerose traversie subite. L’io narrante si muove con molta libertà all’interno delle coordinate del diario (ovvero progressione cronologica e restituzione di un io sempre presente), assemblando numerosi temi: l’autobiografia esibita, il viaggio, l’educazione cattolica, i desideri repressi e le gioie del corpo, la visione antropomorfica del mondo, l’odio-amore per la metropoli, la solitudine dell’individuo. In un post-moderno De rerum natura in cui i fenomeni via via studiati non sovrastano mai l’uomo (così come il simbolo non annulla la storia), Cliff propone al lettore di osservare la realtà servendosi del suo personale caleidoscopio, rendendo la propria vita un’opera d’arte in presa diretta.

Dalla Prefazione di Stefano Serri

François Villon maestro ti imploro
guida in questo dicembre la mia mano
perché non scriva mai libri balordi
come quelli allineati sui bordi
dei muri o nella bottega benevola
che li vende come zuppa in scatola
soffocando per sovrabbondanza
il vino al quale l’uomo tanto anela
ma del quale rimane sempre senza

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